Edifici intelligenti certificati con lo Smart Readiness Indicator (SRI)
Lo Smart Readiness Indicator è il livello di intelligenza di un edificio; sia ristrutturato che di nuova fabbricazione.
È stato introdotto nel 2018 con la direttiva europea relativa all’Energy Performance Building e recepita dallo Stato italiano nel giugno 2020 insieme al Superbonus 110%; i due temi, SRI e Superbonus, sono strettamente legati, in particolare il secondo dovrebbe fare da incentivo al primo.
L’obiettivo di questo indice è molto semplice: definire una metodologia di calcolo, comune a tutti i paesi europei, per dichiarare il livello di intelligenza degli edifici; il che significa certificare a livello europeo la capacità di efficienza energetica e le performance di comfort.
Inoltre questa decisione dovrebbe:
- aumentare la consapevolezza nelle nuove tecnologie;
- far conoscere i servizi derivanti da un edificio smart;
- incentivare gli investimenti in smart building;
- motivare i consumatori nel preferire un edificio sostenibile.
Senza dimenticare che rappresenta un’alternativa valida per sfruttare consapevolmente i fondi stanziati dal Next Generation EU; questo perché l’SRI rientra nel rinnovamento immobiliare digital e green.
Come viene calcolato lo Smart Readiness Indicator?
La modalità di calcolo dell’indice Smart Readiness Indicator è abbastanza complessa, probabilmente è anche il motivo per cui non viene ancora adottato su larga scala; per semplificare cominciamo con il dire che esistono 3 tipologie diverse di certificazione a seconda del livello di dettaglio richiesto:
- semplificato online;
- valutazione approfondita;
- valutazione della performance.
Secondariamente il certificatore deve individuare tutti i servizi presenti all’interno dell’edificio in esame e suddividerli all’interno di 9 domini riportati di seguito:
Riscaldamento
Raffrescamento
Illuminazione
Elettricità
Controllo e gestione
Acqua calda sanitaria
Sistema di ventilazione
Copertura dinamica edificio
Ricarica veicoli elettrici
Una volta suddivisi è necessario valutare ogni servizio in funzione dell’impatto che ha sulle 7 categorie seguenti:
Risparmio energetico
Comfort
Convezienza
Benessere
Manutenzione e prevenzione
Accesso alle informazioni
Flessibilità per la rete
L’ultimo step, per il calcolo dello Smart Readiness Indicator, corrisponde all’aggregazione dei risultati ottenuti e all’utilizzo di coefficienti come segue (ogni punto ha lo stesso peso sul risultato finale, pari a 1/3):
- performance e utilizzo dell’energia (Risparmio energetico + manutenzione e prevenzione);
- risposta ai bisogni degli utenti (comfort + convenienza + accesso alle informazioni + benessere);
- risposta ai bisogni della rete (flessibilità per la rete).
Benefici e ostacoli di un edificio smart con SRI
Non si parla di vantaggi e svantaggi perché questa certificazione non è ancora stabilmente presente a livello europeo; piuttosto si tratta di benefici (o possibili benefici) e di ostacoli reali che rallentano l’adozione dello Smart Readiness Indicator.
Benefici
- Aumento del valore dell’edificio (come per la classe energetica)
- Aumento degli investimenti in efficienza energetica
- Possibilità di rendere tangibili i benefici di un edificio smart
- Stimolare gli investimenti in smart building
Ostacoli
- Poca chiarezza su:
- Ente certificatore
- Norme vigenti
- Reali benefici economici
- Parco edilizio, in particolare quello italiano, arretrato
- Difficoltà nel reperire dati da fonti diverse
Lo Smart Readiness Indicator in Italia
Come scritto all’inizio di questo articolo, la normativa europea è stata recepita dall’Italia nel giugno 2020 e il 22 settembre 2020 è avvenuta la prima metodologia di calcolo SRI testata su 112 edifici.
Secondo la ricerca del Politecnico di Milano gli imprenditori italiani intervistati ritengono che l’SRI potrebbe:
- 80% promuovere soluzioni di efficienza energetica;
- 72% favorire l’innovazione tecnologica nel settore edilizia;
- 72% stimolare investimenti in tecnologie intelligenti;
- 50% permettere una riduzione dei consumi energetici.
Nonostante questi riscontri decisamente positivi esistono ostacoli ancora troppo considerevoli per facilitare la diffusione degli smart building e della relativa valutazione:
- lentezza con cui le norme vengono generalmente recepite;
- obsolescenza del parco edifici in Italia;
- NON chiaro ritorno sugli investimenti di questa valutazione.